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Il segmento testuale Manlio Rossi Doria è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 32Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 479

Brano: [...]gli ambienti antifascisti della Capitale fin dagli anni del liceo, ebbe i primi rapporti con l’organizzazione comunista clandestina romana nel 1927 e li estese a Napoli (v.), impegnandosi nell’attività di propaganda e di proselitismo fra gli operai dei cantieri siderurgici. Introdotto in casa di Benedetto Croce, dove attingeva alla biblioteca del filosofo, amico di Giorgio Amendola e di Giustino Fortunato, sul finire del 1929 con Eugenio Reale e Manlio Rossi Doria costituì una cellula comunista. Nel gennaio del

1930, approfittando di un viaggio di studio a Praga, potè recarsi a Parigi, dove incontrò Pai miro Togliatti e altri dirigenti del Centro estero del P.C. d’L

Rientrato a Portici con molto materiale di partito, intensificò l’attività clandestina. Nel settembre 1930 venne arrestato, in seguito a delazione, insieme a Manlio Rossi Doria. Deferiti entrambi al Tribunale speciale, vennero condannati a 15 anni di reclusione ciascuno.

Negli atti del Tribunale speciale, Sereni e Rossi Doria vennero definiti « individui irriducibili, ormai perduti alla causa della patria ».

Liberato nel settembre 1935 in seguito ad amnistia, Sereni espatriò con la moglie e con la figlioletta Lea Ottobrina in Francia, mettendosi a disposizione del Centro estero del P.C. d’L e divenendo redattore responsabile di “Stato Operaio”, la rivista su cui aveva già scritto nel 193031 firmandosi C. Brandini e V. Agreste.

Precisamente attraverso quei s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 209

Brano: Azione, Partito d’

Disaccordo totale si ebbe invece sulla composizione del gruppo dirigente. Dopo lunghe discussioni venne accettato un compromesso secondo cui Lussu, consultati i compagni delle varie tendenze e provenienze, avrebbe presentato al l'assemblea i nomi per la Direzione e l'Esecutivo. Proposti e votati per acclamazione, senza astensioni, furono i nomi di Riccardo Bauer, Francesco Fancello, Ugo La Malfa, Oronzo Reale e Manlio Rossi Doria per l'Esecutivo. Per altre candidature, parve che difficilmente si sarebbe ottenuto un voto unanime. La Direzione venne poi eletta senza difficoltà e La Malfa fu designato a rappresentare il partito nel C.L.N. centrale, del quale aveva sempre fatto parte fin dalla prima formazione del Comitato unitario dei partiti antifascisti. Lussu ritenne di non entrare nel l'Esecutivo, poiché meditava di raggiungere la Sardegna clandestinamente (a causa del veto postogli dal governo Badoglio al rientro nell'isola) e crearvi una situazione insurrezionale. Egli fu invece bloccato a Roma dall’armistizio e qu[...]

[...]ò allora — e concluse — l’abbinamento della mozione di Lussu con quella di Codignola: la mozione, così unificata, ottenne 120.000 voti, contro

i 70.000 della mozione Lombardi e i 30.000 di quella formulata da Salvatorelli. Gli assenti e gli astenuti risultarono portatori di

67.000 voti, rilevando così lo stato di incertezza e di disorientamento del partito. Parri considerò di doversi dimettere dal Partito d’Azione. Lombardi, Vittorio Foa e Manlio Rossi Doria, aderendo all’invito di Lussu, aggiunsero i loro nomi alla lista di maggioranza, per « reagire alle tendenze centrifughe e per collaborare all’unità del partito ». Codignola si adoperò per facilitare la composizione di una direzione unitaria e Lussu potè presentare al Congresso la lista dei candidati al Comitato centrale, che vennero eletti alla unanimità. Alle correnti fu attribuita una rappresentanza proporzionale negli organi direttivi nazionali. Fernando Schiavetti, su proposta di Lussu, venire eletto segretario politico e direttore del quotidiano « Italia Libera », organo ufficiale del p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 51

Brano: [...]rnalista. Attivo antifascista sin dalla gioventù, liberale di sinistra nel 1924, membro dell’Unione Democratica, fu tra i giovani più combattivi nel periodo aventiniano; partecipò alla lotta politica e collaborò a II Mondo; accompagnando il padre, fu più volte aggredito con lui dai fascisti. Iscrittosi nel 1926 all’Università di Napoli, prese contatto con un gruppo di studenti antifascisti già orientati verso il Partito comunista (tra gli altri, Manlio Rossi Doria, Eugenio Reale ed Emilio Sereni). Attraverso una tormentata crisi di coscienza e un serio esame autocritico ebbe inizio il suo avvicinamento al Partito comunista, al quale aderì nel 1929. Espatriato clandestinamente nell'aprile 1931, per partecipare al IV Congresso comunista a Colonia, da quel momento fu in prima linea nell’azione contro il fascismo. In quello stesso anno, rientrato clandestinamente in Italia, prese contatto, oltreché con i gruppi comunisti, con Rodolfo Morandi, Lelio Basso, Mario Andreis, Aldo Garosci e con altri esponenti del Partito socialista e del movimento di « Giustizi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 404

Brano: [...], Nel regime fascista, acuta e sferzante requisitoria contro il governo di Mussolini. Sebbene non incarcerato, fu sempre, fino alla morte, sorvegliato dalla polizia fascista.

Tra le altre sue opere vanno ricordate: La questione demaniale nelle provincie meridionali (Roma, 1882); Il Mezzogiorno e lo Stato italiano (Bari, 1911); Pagine e ricordi parlamentari (postuma; Roma, 1947). Un’antologia dei suoi scritti (Bari, 1948) è stata pubblicata da Manlio Rossi Doria.

Fine umanista, Fortunato fu felice traduttore di Orazio (Rileggendo Orazio; Roma, 1926. Traduzione di 32 Odi e del Carme secolare); e di Goethe (Viaggio in Italia).

R.Bo.

Forzati, Enrico

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Napoli nel 1905, m. a Nola (Napoli) i'11.9.1943; avvocato.

Ufficiale di complemento, al momento dellarmistizio si trovava a Nola, presso il deposito del 48° Reggimento di artiglieria. Catturato insieme ad altri militari e civili che avevano opposto resistènza all'attacco delle truppe tedesche contro la caserma, venne fucilato.

Fu messo in [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 471

Brano: [...]artito socialdemocratico, nelle cui liste fu eletto al Consiglio comunale di Torino (1960) e, dal 1963, al Senato della Repubblica.

Maglietta, Clemente

N. a Napoli il 22.2.1910; laureato in legge.

Antifascista sin dagli anni della scuola, nel 1927 aderì al Partito comunista, entrando a far parte di un gruppo attivo neH'Università di Napoli fino al 1931 e comprendente alcuni giovani intellettuali, tra cui Giorgio Amendola, Eugenio Reale, Manlio Rossi Doria, Emilio Sereni.

Nel 1930 fece un viaggio a Parigi per stabilire contatti con il Centro estero del P.C.I.. Tornò nella capitale francese nel 1931 e, l'anno successivo, divenne funzionario dell’apparato clandestino della Federazione giovanile comunista con l’incarico di curare le organizzazioni illegali della Campania e dell’Abruzzo. Operando appunto in quest’ultima regione, nell’aprile 1932 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che il 22.5.1933 lo condannò a 8 anni di reclusione. Grazie all'amnistia del « decennale » (1932) e a un successivo indulto, nell'aprile 1935 fu rilasciato. [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 17

Brano: [...]fascisti napoletani, processati dalla magistratura ordinaria, furono complessivamente condannati a 40 anni di reclusione.

II numero degli antifascisti napoletani colpiti da varie altre forme di repressione è assai superiore: a molte centinaia assommano gli arrestati, i confinati, gli « ammoniti » e i « diffidati ».

Il processo SereniRossi Doria

Tra i processi di maggior rilievo davanti al

T.S. per attività antifascista svolta a Na

Manlio Rossi Doria, Xenia (Marina) Sereni ed Emilio Sereni a Napoli nel 1930

17



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 63

Brano: [...]pericoloso orientamento dell’opinione pubblica verso la realizzazione di una politica di dominio mondiale a ogni costo, da ottenersi sia attraverso strumenti economici che con la forza delle armi.

Gi.Fr.

Reale, Eugenio

N. a Napoli I '8.6.1905, ivi m. il 9.5.1986; medico chirurgo.

Membro della Gioventù socialista, poi passato nelle fila del Partito comunista, fin dagli anni dell’università Eugenio Reale fece parte, con Emilio Sereni e Manlio Rossi Doria, dell’organizzazione clandestina del P.C. d’I., divenendo nel 1930 segretario della Federazione comunista napoletana. Arrestato nel 1931, il 18 novembre dello stesso anno fu condannato dal Tribunale speciale a 10 anni di reclusione. Liberato per amnistia nel 1932, fu nuovamente arrestato a Napoli nel 1935.

Nel 1937 espatriò clandestinamente e, stabilitosi a Parigi, lavorò per il partito presso il giornale La voce degli italiani. Nel 1940 venne internato nel campo di Vernet e successivamente arrestato, tradotto in Italia e assegnato alla casa di lavoro di Imperia (aprile 1943).

Liberato [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 671

Brano: [...]usioOssolaVerbano comandate da Cino Moscatelli.

Fra i giornali clandestini femminili si ricordano Noi donne (v.), La compagna, La difesa della lavoratrice, nonché numerosi fogli locali: da Le donne in lotta di Genova a La donna friulana di Udine (v. Donne nella Resistenza).

Stampa azionista

Vasta fu la gamma delle pubblicazioni del Partito d'Azione, secondo solo al P.C.I. in questo campo. A Roma, Leone Ginzburg (v.), Francesco Fancello, Manlio Rossi Doria, Carlo Muscetta e Stefano Siglienti curarono l'edizione nazionale della già ricordata “Italia Libera”: l’edizione per l'Alta Italia, stampata a Milano, era diretta da Leo Valiani (v.), mentre quella piemontese, edita a Torino, aveva per direttori lo storico Franco Venturi (v.) e l’economista Mario Andreis (v.).

Nel Veneto usciva “Giustizia e Libertà”. A Firenze, dall’agosto del 1943, apparve Oggi e domani che, dal numero 2 al 27.10.1943, mutò la testata in La Libertà, sotto la direzione di Carlo Ludovico Ragghianti (v.), Enzo Enriques Agnoletti, Carlo Fumo e Tristano Codignola, poi di Serg[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Manlio Rossi Doria, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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